
L’unica gioia al mondo è cominciare. E’ bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante. Quando manca questo senso – prigione, malattia, abitudine, stupidità – si vorrebbe morire.
E’ per questo che quando una situazione dolorosa si riproduce identica – appaia identica – nulla ne vince l’orrore. Il principio suddetto non è poi da viveur. Perché c’è più abitudine nell’esperienza ad ogni costo che nella normale rotaia accettata doverosamente e vissuta con trasporto e intelligenza. Sono convinto che c’è più abitudine nelle avventure che in un buon matrimonio. Perché il proprio dell’avventura è di serbare una riserva mentale di difesa; per cui non esistono buone avventure. E’ buona quell’avventura in cui ci si abbandona: il matrimonio, insomma, magari di quelli fatti in cielo. Chi non sente il perenne ricominciare che vivifica un’esistenza normale e coniugata, è in fondo uno sciocco che, quantunque dica, non sente nemmeno un vero ricominciare ad ogni avventura. La lezione è sempre una sola: buttarsi a capofitto e sapere portare la pena. E’ meglio soffrire per aver osato far sul serio, che indietreggiare
E’ per questo che quando una situazione dolorosa si riproduce identica – appaia identica – nulla ne vince l’orrore. Il principio suddetto non è poi da viveur. Perché c’è più abitudine nell’esperienza ad ogni costo che nella normale rotaia accettata doverosamente e vissuta con trasporto e intelligenza. Sono convinto che c’è più abitudine nelle avventure che in un buon matrimonio. Perché il proprio dell’avventura è di serbare una riserva mentale di difesa; per cui non esistono buone avventure. E’ buona quell’avventura in cui ci si abbandona: il matrimonio, insomma, magari di quelli fatti in cielo. Chi non sente il perenne ricominciare che vivifica un’esistenza normale e coniugata, è in fondo uno sciocco che, quantunque dica, non sente nemmeno un vero ricominciare ad ogni avventura. La lezione è sempre una sola: buttarsi a capofitto e sapere portare la pena. E’ meglio soffrire per aver osato far sul serio, che indietreggiare
Cesare Pavese
non credo di potervi fare migliore augurio...
5 commenti:
Decisamente non potevi farci augurio migliore. Né d'altra parte potevi farlo a te stessa... ;)
Au revoir,
Ben
non posso che concordare con questo bell'augurio.. (anche se ogni tanto dico l'esatto opposto)
a presto mia cara
caterina
Amo a pavese
Victor, anche io amo Pavese, e sono felice ogno volta che qualcuno scrive di amarlo
Caterina, sì, è un augurio a volte difficile da mettere in pratica, a volte... spesso.
Ben hai colto bene, lo faccio prima di tutto a me stessa, altrimenti non potrei farlo sinceramente a voi
pavese.. ah che meraviglia...
quanta verità in poche parole.. e quanto coraggio per metterle davvero in pratica..
ogni inizio però ha un brivido.. la costanza di mantenerlo è invece davvero avventurosa..
un abbraccio meridionale
f.
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