sabato, settembre 09, 2006


9 settembre 2006

Se fosse vivo oggi sarebbe un bel vecchietto...
Un vecchietto dolce, con la voce roca (come quella della donna che ha tanto amato). Se fosse vivo gli chiederei consiglio. Se fosse vivo mi farei raccontare da lui qualche storia, leggere qualche verso. Gli direi che non mi chiamo Connie, e che io non ho intenzione di andare in America, io ci sono. Se fosse vivo gli stringerei le mani rugose, e mi direi felice della sua scelta.
Paradossalmente, è uno degli uomini che mi fa piangere più spesso, ed è l’unico che non l’abbia mai voluto (questo è poco, ma sicuro...). Questo filo che, da sempre, mi fa sentire unita a te, io non lo capisco da dove abbia origine. Questo affetto, che ti rende vivo e presente, spero non offenda la tua memoria. Questo mio bisogno di riportarti in vita, spero che non turbi la tua quiete.
Buon compleanno, Cesare. So che sei qui, nascosto da qualche parte,mi guardi con un’espressione ironica e ti chiedi che cosa ci faccia io qui a parlare di te, ma so che ne sei felice. Nessun pettegolezzo, come volevi tu, solo Poesia.



Indifferenza

È sbocciato quest’odio come un vivido amore
dolorando, e contempla se stesso anelante.
Chiede un volto e una carne, come fosse un amore.

Sono morte la carne del mondo e le voci
che suonavano, un tremito ha colto le cose;
tutta quanta la vita è sospesa a una voce.
Sotto un’estasi amara trascorrono i giorni
alla triste carezza della voce che torna
scolorandoci il viso. Non senza dolcezza
questa voce al ricordo risuona spietata
e tremante: ha tremato una volta per noi.

Ma la carne non trema. Soltanto un amore
la potrebbe incendiare, e quest’odio la cerca.
Tutte quante le cose e la carne del mondo
e le voci, non valgono l’accesa carezza
di quel corpo e quegli occhi. Nell’estasi amara
che distrugge se stessa, quest’odio ritrova
ogni giorno uno sguardo, una rotta parola,
e li afferra, insaziabile, come fosse un amore.

Cesare Pavese

1 commento:

ainda ha detto...

troppa poesia in questo blog...mi si perdoni...ancora auguri, Cesare.