Ancora una volta
Ancora una volta l’incontro infruttuoso.
Per aver troppo amato invano
un tempo,
a chi dovrò perdonare?
Vo in cerca d’un sorriso perso,
se destinato a me.
È scivolato nell’ombra e io mi son dissolta
- nuvola – in un tremore.
Procedo svelta nel nulla, sempre,
a capriccio d’un passo senza un filo di luce,
imperterrita.
E aspetto la schiarita, non potendo
ardere fino a splendere.
Sono sorda e non posso parlare, cerco di ridere.
Pioppi e sguardi trascorrono sullo stradone
fra i roveti del sogno che sanguinano bagliori vani.
Quando verrà il riposo d’un chiaro sonno senza rive,
senza eco che vi si desti? Acqua dolce, acqua morta alfine,
dov’anche il sogno non esiste più.
15 luglio 1960
André Frénaud
Tradotto da G. Caproni
1 commento:
Quanta poesia in questi giorni. Sfoglio, sfoglio senza tregua e scopro, scopro mille volti nuovi. Grazie, ancora una volta, a Caproni.
Donna deserta, io? Mah, forse sì. Almeno per ora. Ma non mi precludo le future giornate di sole.
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